giovedì 22 agosto 2013

Rassegna stampa

Sui docenti inidonei




Il Fatto Quotidiano
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A bloccare tutto sono le norme introdotte dal Decreto Legge 95/12, la famosa ‘spending review‘ varata nel luglio del 2012 dal governo Monti. “Un provvedimento avventato e cialtronesco”, lo definisce la Flc-Cgil. ‘Sforbiciando’ qua e là le spese del personale pubblico, con il comma 13 dell’articolo 14 il governo dei tecnici ha pensato bene di far “transitare nei ruoli del personale amministrativo, tecnico e ausiliario con la qualifica di assistente amministrativo o tecnico” tutto il “personale docente dichiarato permanentemente inidoneo alla propria funzione per motivi di salute”. Si tratta di quei docenti che per motivi di salute, appunto, non sono in grado di insegnare in classe, e vengono impiegati prevalentemente nelle biblioteche scolastiche, o in mansioni analoghe.

In Italia sono circa 3mila. A questi si aggiungono i 460 titolari della classe di concorso C555 (Esercitazioni di pratica professionale) e i 28 della classe C999 (Assistenti di cattedra). 3500 docenti, in totale, tutti declassati per legge. “Una misura assurda – commenta il sindacato -, degradante dal punto di vista umano e professionale, visto che si negano la dignità e le competenze di questi insegnanti. E anche lesivo dei diritti alla salute di queste persone”.

Ma non è solo una questione morale. Il provvedimento del governo Monti ha al contempo colpito gli inidonei e sconvolto il mondo del personale Ata, “ancora una volta ingiustamente discriminato”, denuncia la Cgil. Il transito dei 3mila e passa docenti ‘degradati’ farebbe lievitare (e non di poco) il computo dei dipendenti in organico. E costituisce per il Mef “un ostacolo insormontabile” all’assunzione dei 3500 tecnici e ausiliari che il Ministero aveva annunciato.

L’abolizione della normativa, chiesta dai sindacati, si è fin qui arenata in Parlamento. Se ne riparlerà in autunno, alla ripresa dei lavori, quando i provvedimenti riguardanti il mondo della scuola dovrebbero essere scorporati dal Decreto D’Alia sulla pubblica amministrazione e fare percorso a sé. In quella sede una soluzione andrà trovata. I sindacati lavorano per questo insieme al Ministero: “Pure loro sono consapevoli di tutte le problematiche a livello pratico e amministrativo che la mancata immissione in ruolo comporterebbe nelle scuole”. Una nuova riunione sul tema potrebbe tenersi la settimana prossima.

Anche perché, poi, dal primo gennaio 2014 il transito diventerebbe effettivo, e a quel punto si porrebbe anche il problema della copertura finanziaria del personale per l’anno prossimo: per far fronte all’immissione dei 3mila inidonei il Miur sarebbe costretto ad andare a stornare le risorse a qualche altra voce di un budget già ridotto all’osso. “Ma quella è una questione a lungo termine – aggiunge la Flc-Cgil. Adesso bisogna garantire i 3500 nuovi posti Ata”. Sarebbe meglio farlo subito, per l’inizio della scuola, in modo da evitare il ricorso a supplenze. Ma, visti i tempi sempre più stretti, “andrebbe bene anche fare le nomine con decorrenza a ottobre”. L’importante è riuscirci: “Questi precari vanno stabilizzati. Sarebbe inaccettabile che le assunzioni saltassero per il secondo anno consecutivo”, conclude il sindacato.



Comunicato Anief
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Il sindacato ricorda che per evitare il transito di inidonei e Itp nei ruoli del personale Ata ha avviato un ricorso ad hoc al Tar Lazio, con il primo fine di ottenere la sospensione del decreto interministeriale, firmato nel marzo scorso, che vuole dare seguito, sul piano attuativo, proprio agli artt. 13 e 14 della Legge 135/12.

“Il nostro ricorso – spiega ancora Pacifico – vuole evitare che con questo passaggio professionale il Governo riesca nell’obiettivo di danneggiare tutti: i docenti inidonei, che oltre al cambio forzato di ruolo potrebbero ritrovarsi costretti a cambiare provincia; gli ITP perché ‘degradati’ in Ata; il personale Ata in attesa del ruolo perché rischia di veder vanificate le proprie aspettative di stabilizzazione, mortificate dall’occupazione di tanti posti vacanti e disponibili dal personale transitato da altri ruoli”.

“A questo punto – conclude il sindacalista Anief-Confedir – il Governo non ha scelta: trovi i 100 milioni di euro l'anno, fino al 2017, per evitare il passaggio forzato di inidonei e Itp. Come chiedono tutti. Ad iniziare dal Parlamento, i cui rappresentanti si sono più volte già espressi contro questa norma ritenuta palesemente sbagliata”.


Quotidiano del Nord
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La FLC CGIL ritiene che le priorità e le emergenze della scuola non siano tanto i libri digitali, quanto garantire la stabilizzazione di tutti i posti in organico, l’immissione in ruolo su tutti i posti vacanti e disponibili, la cancellazione della norma sul passaggio forzoso dei docenti inidonei nei profili ATA, l’attuazione dell’organico funzionale triennale.

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