sabato 7 settembre 2013

Mobilitazioni

Presidio permanente  COBAS e incontro Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda




Sindacati, lo scontento cresce: la mobilitazione è dietro l’angolo
di Alessandro Giuliani - TdS

I leader di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda si sono incontrati per fare il punto sui tanti disagi per i lavoratori del settore. Tante urgenze: dal prolungamento del blocco del contratto all’imminente approvazione di un decreto sulla scuola ritenuto poco incisivo sulle problematiche che contano. Come il nuovo piano di assunzioni, la stabilizzazione dei precari, l’immissione in ruolo degli Ata per il 2013, la tutela dei diritti, le questioni inidonei e Quota 96, la valorizzazione della professionalità. Ma poiché il D.L. conterrà solo un piccola parte di tutto ciò, appare inevitabile che le proteste si spostino in piazza.
Sul fronte della scuola l’impressione è che si stia procedendo davvero verso un autunno “caldo”. Con i sindacati più rappresentativi che prima ancora di leggere i contenuti del decreto legge sul comparto in approvazione, fissato per il 9 settembre in Consiglio dei ministri, già ipotizzano una mobilitazione dei lavoratori da attuare a partire dal mese di ottobre. Un’azione che, tra l’altro, potrebbe unirsi alle proteste spontanee di questi giorni. Ma anche ai presidi sostenuti dai Cobas, soprattutto per tenere alta l’attenzione su inidonei e Quota96.
Le motivazioni perché ciò avvenga sono diverse. La prima è nella “doccia fredda”, arrivata a cavallo di Ferragosto, sul blocco stipendiale: mentre, infatti, gli stessi sindacati della scuola continuavano la loro opera di mediazione per recuperare gli scatti di anzianità del personale del triennio 2010-2012, che vale la pena ricordare rappresenta anche l’unica forma di carriera possibile per il 90 per cento di docenti e Ata, il Governo pensava bene di prorogare di un ulteriore anno lo stop al rinnovo contrattuale. La decisione è stata mal digerita da tutti i rappresentanti dei lavoratori, tanto da ricompattarsi (almeno su questo argomento) dopo un lungo periodo di dissidi (soprattutto tra Cgil e Cisl).
Fatto sta che il 6 settembre i leader dei sindacati Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda si sono riuniti a Roma. E al termine dell’incontro hanno espresso un netto dissenso proprio rispetto ai provvedimenti che bloccano il rinnovo dei contratti e gli scatti di anzianità: secondo quanto riportato, attraverso un documento unitario, hanno tenuto a precisare che lo stop all’adeguamento degli stipendi rappresenta “di fatto un’intollerabile doppia penalizzazione per i lavoratori del comparto”. La contrarietà verso l’operato del Governo è alta: “non c’è inoltre alcuna disponibilità – affermano Domenico Pantaleo, Francesco Scrima, Massimo Di Menna, Marco Paolo Nigi e Rino Di Meglio – all’ipotesi ventilata dal Governo di un negoziato per il rinnovo contrattuale che riguardi la sola parte normativa; è infatti possibile negoziare anche la parte economica, tenendo conto delle condizioni finanziarie previste per il 2014, considerando che il contratto è triennale”.
I sindacalisti tengono poi a sottolineare che “ridare centralità alla contrattazione nazionale, sia sulla parte economica che normativa, contribuirebbe a rasserenare un clima pervaso da tempo da forti tensioni, valorizzando il protagonismo e la professionalità del personale con un contratto di lavoro di segno innovativo”.
La richiesta dei sindacati è allora quella di una convocazione in tempi rapidi da parte del Governo: se ad ottobre, quando si svolgerà un’assemblea nazionale, alla quale prenderanno parte congiuntamente gli organismi nazionali dei sindacati scuola, non dovessero esservi delle novità positive, sarà praticamente inevitabile “l’avvio di eventuali iniziative sindacali di mobilitazione”.
A far tornare i sindacati sui loro passi potrebbe essere l’approvazione di un soddisfacente decreto sulla scuola. Ma anche questo “binario” sembra che non porti da nessuna parte: Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda chiedono infatti di “rafforzare e assicurare stabilità agli organici e al rapporto di lavoro attraverso un nuovo piano triennale, la stabilizzazione dei precari, l’immissione in ruolo del personale Ata, la tutela dei diritti, questione inidonei e quota 96, il sostegno e valorizzazione della professionalità, tutti elementi necessari per rafforzare la qualità del nostro sistema di istruzione”. A quanto ci risulta, saranno pochi i punti auspicati che il dl dovrebbe contenere.
In ogni caso, “subito dopo l’approvazione del decreto, i segretari generali ritengono necessario un incontro con il ministro nel quale affrontare tutte le questioni aperte, e tra queste la certificazione da parte dei ministeri dell’Istruzione e dell’Economia delle risorse da destinare al pagamento, per il terzo anno, degli scatti di anzianità”.
L’impressione è che le richieste fatte dai sindacati (seppure plausibili) siano troppo ambiziose per le possibilità del Governo. Per questo, probabilmente, la mobilitazione diventerà presto più di una minaccia.

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PRESIDIO PERMANENTE INIDONEI E QUOTA 96, SENZA SE E SENZA MA
di Lucio Ficara - TdS
06/09/2013

È oramai iniziato da un giorno, e terminerà il 9 settembre, il presidio permanente, davanti a palazzo Montecitorio, tenuto dai Cobas insieme al personale docente inidoneo, ai docenti tecnico pratici, al personale amministrativo precario e ai cosiddetti “Quota 96”.
Tutti insieme attendono delle risposte concrete e definitive dal prossimo decreto sulla scuola che dovrà essere approvato proprio il 9 settembre in coincidenza del prossimo Consiglio dei Ministri. Questo presidio permanente ha il sapore dell’ultima spiaggia, non si vuole nemmeno pensare a rinviare decisioni così importanti e delicate. Soprattutto per il personale docente inidoneo e per i quota 96, si tratta di un presidio permanente, in cui si rivendicano diritti assoluti e non privilegi di categoria, per questo motivo si attende, senza se e senza ma, la soluzione definitiva a problematiche che non sarebbero mai dovute sorgere.
Il ministro Maria Chiara Carrozza ha voluto rassicurare, decidendo di incontrare personalmente una delegazione di coloro che stanno presidiando permanentemente palazzo Montecitorio, garantendo peraltro la soluzione incrociata del gravoso problema del personale inidoneo all’insegnamento e del personale precario ata. Quindi sembrerebbe confermato, se le parole hanno un senso, l’interesse dell’amministrazione a cancellare definitivamente la vergognosa norma sugli inidonei sin dal prossimo Consiglio dei Ministri del 9 settembre, anche se non si nasconde la difficoltà nel reperimento delle risorse economiche.
Proprio la mancanza di risorse economiche potrebbe rappresentare il tallone di Achille per la risoluzione di un’altra norma restrittiva, che ha ingabbiato nella morsa della riforma Fornero coloro che nel 2012 rientrava nella fatidica quota 96. É probabile che i "classe 1952" che avevano raggiunto quota 96 nell’anno della riforma delle pensioni, siano destinati a tribolare ancora prima di avere riconosciuto il diritto di potere andare in pensione con le vecchie regole. Adesso dobbiamo attendere il Consiglio dei ministri per vedere il decreto legge sulla scuola per comprendere se almeno il grave problema dei docenti inidonei all’insegnamento è stato risolto definitivamente.

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