mercoledì 5 marzo 2014

Stipendio (Ata) decurtato dell'assegno "ad personam"

Il CONBS ha ricevuto la preoccupata e preoccupante lettera di una collega già utilizzata in altri compiti, transitata nel ruolo ATA nel 2011 utilizzando la legge 111/2011. La collega sostiene che le è stato revocato "l'assegno ad personam",  che le spetta ad integrazione dello stipendio da Ata.
Per scrupolo abbiamo controllato i suoi cedolini di novembre gennaio e febbraio (a Dicembre era inglobata la 13a).
    Dunque le cifre del totale netto risultano:
    Nov 1.795,69 euro
    Gen 1.447,17 euro
    Feb 1.165,78 euro  (sono presenti conguagli)
    In particolare è sparita dal cedolino la voce ASS. PERS. PENSIONABILE RIASS. = 618,55 euro [lordi]

    Riportiamo di seguito la lettera della collega:

    "" Sono un'insegnante inidonea transitata nei ruoli Ata a seguito della legge 111 del 25 luglio 2011 che al comma 12 dell'art. 19 recita testualmente "..... e mantiene il maggior trattamento stipendiale mediante assegno personale riassorbibile con i successivi miglioramenti economici a qualsiasi titolo conseguiti."
    Con la ricostruzione di carriera sono entrata il 01/01/2014 nella posizione stipendiale corrispondente ad anni 35. Da tale data, in opposizione a quanto sopra citato, non mi è più stato riconosciuto il  citato "assegno ad personam".
    Naturalmente ho scritto alla Ragioneria per chiedere spiegazioni ed ho ricevuto la seguente comunicazione: << In risposta alla sua e-mail del 25/01/2014 le comunico che nel suo cedolino non esiste nessun errore e l’assegno in oggetto non le compete più, essendo passata al gradone dei 35 anni. L’assegno 520/03 “ad-personam” viene dato nel caso di passaggio tra profili diversi; al dipendente viene attribuito il trattamento iniziale per il nuovo profilo ed un un assegno “ad personam” che non le faccia diminuire lo stipendio, la persona conserva l’assegno fino a quando per effetto della progressione economica non viene riassorbita la differenza economica. Poiché all’ 1/12/2014 (?) lei ha conseguito un’anzianità di 35 anni l’assegno è stato riassorbito nella nuova retribuzione, come previsto anche nel suo decreto di ricostruzione di carriera.>>
    A parte il fatto che anche l'ultimo gradone stipendiale del personale ATA è nettamente inferiore al mio precedente stipendio e pertanto non potrà mai esserci riassorbimento totale, la vera BEFFA  è che lo stipendio tabellare indicato sul cedolino di dicembre e quello indicato sul cedolino di gennaio sono ESATTAMENTE GLI STESSI AL CENTESIMO. Quindi di quale nuova retribuzione si va parlando?
    La motivazione che mi aveva spinto, pur tra tante incertezze, a transitare nei ruoli ATA era il fatto che mancandomi pochi anni alla pensione e prevedendo che non ci sarebbero stati nel periodo aumenti contrattuali, dal momento che lavoravo già da anni in segreteria, non ci sarebbero stati cambiamenti di rilievo.
    Vi scrivo questa lettera nella speranza che la pubblichiate perché serva da monito ad altri nella mia posizione.
    Naturalmente ricorrerò nelle sedi consentite perché penso di stare subendo un torto a causa di una soggettiva ed alquanto discutibile interpretazione legislativa di una dipendente della Ragioneria che, tra l'altro, nemmeno si è qualificata nella risposta datami. ""

    Noi riteniamo che ci sia stato un abuso da parte dell'impiegata che ha calcolato lo stipendio nell'interpretare la frase "i successivi miglioramenti economici a qualsiasi titolo conseguiti" e che in ogni caso lo stipendio netto non avrebbe dovuto subire decurtazioni. E' questa la ratio della normativa a salvaguardia degli stipendi nei passaggi di profilo.
    Pertanto allerteremo le OO.SS. affinché valutino se non sia il caso di sollecitare una Circolare ministeriale che allerti gli uffici preposti in merito alla possibilità di "distrazioni" simili.
    Invitiamo i colleghi che a suo tempo fecero il transito Ata a inviarci comunicazione di eventuali casi simili. Ci riserviamo di spiegare ogni aspetto appena tutto sarà chiarito.

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